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A ferro e fuoco.

L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA JUGOSLAVIA 1941-1943

A ferro e fuoco.

   L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA JUGOSLAVIA 1941-1943

2. 8 settembre 1943

La gran parte dei militari italiani nei Balcani, compresi i comandi, vengono a sapere dell’armistizio dall’annuncio di Badoglio alla radio. Le informazioni riservate che prospettavano l’armistizio, le iniziative da prendere di fronte alla reazione tedesca sono state rese note solo ad alcuni comandi di grandi unità, ma non a quelli dei Balcani, della Grecia e dell’Egeo. Il disorientamento e l’incertezza sono massimi a tutti i livelli e la responsabilità di decidere ricade su chi fino allora era abituato ad obbedire ad ordini superiori senza prendere iniziative autonome.
I tedeschi, colti di sorpresa ma già preparati, entro pochi giorni entrano in azione con grande efficienza e brutalità per neutralizzare le divisioni italiane, catturare il maggior numero possibili di soldati dell’ex-alleato e impadronirsi delle loro armi.
Sono però i partigiani jugoslavi che riescono a raccogliere buona parte degli armamenti abbandonati dalle truppe italiane. Inoltre le formazioni partigiane agiscono con rapidità per estendere le aree sotto il loro controllo e in un primo momento ottengono notevoli successi, occupando ad esempio quasi tutta la Dalmazia con le isole, e parte delle province di Gorizia, di Pola e di Fiume.

Era possibile una resistenza militare da parte delle truppe italiane presenti nei Balcani all’8 settembre 1943?
Cosa succede quando l'armistizio è reso noto? Come viene accolta la notizia e quali sono i comportamenti e le scelte conseguenti?
Tra reazione tedesca e pressione partigiana, quali sono le possibilità e le opzioni?
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