Circolare 3C del 1 marzo 1942
Il trattamento da fare ai partigiani non deve essere sintetizzato dalla formula: “dente per dente” bensì da quella “testa per dente”.
Quando necessario agli effetti del mantenimento dell’O.P. e delle operazioni, i Comandi di G.U. possono provvedere:
a) ad internare, a titolo protettivo, precauzionale o repressivo, famiglie, categorie di individui della città o campagna, e, se occorre, intere popolazioni di villaggi e zone rurali;
b) a “fermare” ostaggi tratti ordinariamente dalla parte sospetta della popolazione, e, -se giudicato opportuno- anche dal suo complesso, compresi i ceti più elevati;
c) a considerare corresponsabili dei sabotaggi, in genere, gli abitanti di case prossime al luogo in cui essi vengono compiuti.
Gli ostaggi di cui in b) possono essere chiamati a rispondere, colla loro vita, di aggressioni proditorie a militari e funzionari italiani, nella località da cui sono tratti, nel caso che non vengono identificati -entro ragionevole lasso di tempo, volta a volta fissato- i colpevoli.
Gli abitanti di cui in c), qualora non siano identificati -come detto sopra- i sabotatori, possono essere internati a titolo repressivo; in questo caso il loro bestiame viene confiscato e le loro case vengono distrutte.
Si sappia bene che eccessi di reazione, compiuti in buona fede, non verranno mai perseguiti.
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