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A ferro e fuoco.

L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA JUGOSLAVIA 1941-1943

A ferro e fuoco.

   L’OCCUPAZIONE ITALIANA DELLA JUGOSLAVIA 1941-1943

Il peggiore fra tutti i campi è certamente quello situato sull’isola dalmata di Rab/Arbe, in località Kampor.
I deportati sono alloggiati in una tendopoli, esposti alle intemperie di un clima rovente d’estate e gelido d’inverno, sotto le sferzate del vento di bora.
La notte del 28 ottobre 1942 una bufera trascina in mare molte tende, con dentro gli occupanti.
La situazione è aggravata dalla denutrizione, che trasforma i deportati in scheletri viventi.
Alle proteste della Croce rossa internazionale il generale Gastone Gambara, responsabile della situazione in quanto comandate dell’XI Corpo d’armata, risponde: “Logico ed opportuno che campo di concentramento non significhi campo d’ingrassamento. Individuo malato =individuo che sta tranquillo”.

Video-narrazione del campo di concentramento di Rab-Arbe, a cura di Documenta e Zavod Istituto Apis, 2020
Testimonianza di Mirko Troha, campi di Rab-Arbe e Renicci, dal documentario Strah ostane (La paura resta), RTVSLO, 2014
Testimonianza di Herman Janež, campi di Bakar-Buccari, Rab-Arbe, Gonars, dal documentario Strah ostane (La paura resta), RTVSLO, 2014
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